Tempio di Castore e Polluce Ad Agrigento
Il tempio di Castore e Polluce ad Agrigento è sicuramente l’emblema della città. Del V sec. a.C., è dedicato a Càstore e Pòlluce, due degli Argonauti.
Conosciuti anche con il nome di Diòscuri, parteciparono alla ricerca del Vello d’oro.
Mito di Castore e Polluce
Il termine Diòscuri significa letteralmente “figli di Zeus”. Si riferisce ai due fratelli gemelli nati dall’unione fra il re dell’Olimpo e Leda, moglie del re di Sparta Tindaro.
Secondo la mitologia, Zeus, invaghitosi di Leda, si trasformò in cigno e la sedusse: dalla loro unione ella partorì due uova dalle quali nacquero, da un parte Pòlluce ed Elena (futura causa della guerra di Troia);
Dall’altra Càstore e Clitennestra. Questi ultimi, però, nacquero a seguito della successiva unione di Leda con il proprio marito Tindaro.
Così solo Pòlluce, a differenza del fratello, divenne immortale.

Struttura del Tempio di Castore e Polluce
Il tempio è andato quasi interamente distrutto: rimane intatta solo parte della trabeazione che si eleva sopra quattro colonne che furono ricomposte e risistemate nel XIX sec.
Anche in questo tempio, come negli altri, le colonne presentano le classiche striature lungo il corpo e terminano con capitello il stile dorico.
Originariamente il tempio ne contava 34, mentre per quanto riguarda la dimensione, misurava 34 x 15,86 metri.
Era, come gli altri, orientato a oriente, direzione in cui sorge il sole ed era periptero esastilo cioè presentava lungo la facciata (il lato corto) lo schema tipico di sei colonne.
La trabeazione è molto decorata: il tempio nel suo complesso doveva essere molto ornato. Non solo disegni e sculture decorative, ma soprattutto elementi con valenza simbolica:
teste di leone rappresentate lungo gli angoli che servivano a placare e scacciare le forze del male; oppure delle piccole palme che propiziavano il trionfo e la vittoria.
In base allo stato dei ritrovamenti, si ipotizza che il tempio sia sorto su un precedente luogo sacro: si tratta del santuario delle divinità Ctonie, cioè Demetra, Persefone e Dionisio.
Nelle vicinanze del tempio, infatti, si trovano due altari che si discostano dallo stile proprio della Valle dei Templi:
un primo altare di forma quadrata, la cui funzione era probabilmente quella dei sacrifici in onore della divinità;
un altro di forma circolare, con un pozzetto centrale. Quest’ultimo era invece utilizzato per il formale rito delle acque.
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