Selinunte sorge nel VII secolo a.C. nella parte ovest della Sicilia grazie all’insediamento di coloni greci.

La sua denominazione deriva dal greco Sèlinon, termine che indica il prezzemolo selvatico presente abbondantemente in loco.

Tale pianta aromatica è il simbolo dell’antica polis, raffigurata anche nelle monete della città.

Così veniva chiamato anche il fiume che scorre nelle vicinanze, l’attuale Modione.

E’ possibile cliccare sulle foto seguenti per scoprire i templi più importanti di Selinunte.

Templi di Selinunte
Templi di Selinunte

Templi di Selinunte
Templi di Selinunte

Storia di Selinunte

Selinunte rappresentò il presidio greco in Sicilia più lontano dalla madre patria:

fu scelto, infatti, dai coloni greci di Megara Iblea i quali non trovarono spazio vitale lungo la costa orientale dell’isola.

Chiusi dalle polis di Catania e Siracusa, si spinsero a Ovest alla ricerca di campi coltivabili.

Il territorio selinuntino era, infatti, ricco di fertili pianure, luoghi ideali per copiosi raccolti.

Offriva, pertanto, grandi quantità di cereali, grano e olio, con importanti riflessi sul commercio.

Dubbi sussistono sulla data di nascita della polis:

secondo l’orientamento più accreditabile (Tucidide) essa può essere rintracciata nel 628 a.C., cioè cento anni dopo la fondazione di Megara Iblea;

secondo un altro orientamento (Diodoro Siculo) sarebbe sorta qualche anno prima, nel 651 a.C..

Storia di Selinunte

Guerra fra Segesta e Selinunte

Nel corso della sua breve storia, Selinunte attraversò due secoli di relativa tranquillità.

Fruì di abbondanti raccolti e sfruttò importanti arterie commerciali.

Si imbattè però anche in tremende battaglie:

prima fra tutte, quella, rimasta nella storia, con la vicina Segesta.

La colonizzazione di un territorio mette spesso i nuovi arrivati in conflitto con le popolazioni locali.

Queste difendono il proprio territorio e lottano per i medesimi spazi commerciali:

è quello che accadde a Selinunte con una frequenza sempre maggiore.

A mitigare il clima di astio, però, fu rinvenuto un trattato con il quale si sanciva la legittima unione matrimoniale fra gli abitanti delle due città.

Tuttavia, nel 413 a.C., a causa del costante espansionismo di Selinunte, scoppiò il conflitto:

anche grandi potenze del mondo antico intervennero in difesa dei contendenti.

Fu così che Selinunte chiese l’ausilio delle colonie greche di Siracusa, Gela e Agrigento;

mentre Segesta si alleò inizialmente con Atene.

Intervento di Cartagine

A seguito della disfatta ateniese in Sicilia, Segesta si rivolse, in gran segreto, ai Cartaginesi e ottenne la loro protezione.

Selinunte, ormai certa della inoffensività di Segesta, la saccheggiò e la rase al suolo.

Attirò su di sé l’attenzione di Cartagine e le fornì il pretesto per intervenire:

presi alla sprovvista, i Selinuntini, si arroccarono nella loro città e aspettarono l’arrivo dei loro alleati.

Gli eserciti di Gela e Agrigento, tuttavia, rimasero in attesa del più forte contingente siracusano.

Si presentarono in ritardo all’appuntamento bellico, trovando la città, ormai distrutta e saccheggiata.

Fu Annibale, infatti, a sterminare nel 409 a.C. gran parte della popolazione selinuntina;

secondo Diodoro Siculo vi furono sedicimila morti e cinquemila prigionieri su una popolazione di appena venticinquemila abitanti.

Questa data segnò la fine dello splendore di Selinunte, a poco servendo la successiva ricostruzione della stessa per mano dei greci.

Selinunte scomparve definitivamente a seguito della sconfitta di Cartagine per mano dell’Impero Romano nel 250 a.C. (prima guerra punica).

I Cartaginesi, infatti, per evitare che Roma si appropriasse della polis, la rasero al suolo.

Terminava così il percorso di una delle colonie greche più importanti del tempo.

La polis rimase a lungo nell’ombra, al punto da perdere nel medioevo, anche il ricordo del nome:

fu lo storico Fazello nel XVI secolo, infatti, ad aver ridato almeno la memoria a questo antico popolo.