Isola di Ortigia a Siracusa
L’ isola di Ortigia a Siracusa è la parte più antica della Pentàpoli, il nucleo originario su cui nacque la mitica polis greca.
E’ un lembo di terra circondato dal mare in ogni sua lato e collegato alla terraferma dal ponte Nuovo.
Cosa vedere sull'isola di Ortigia a Siracusa
Una delle cose che risalta la bellezza dell’isola di Ortigia a Siracusa è il Castello Maniace, collocato nella parte finale dell’isola.
E’ situato nel punto più lontano dal centro abitato e intestato al generale dell’esercito bizantino che nel 1038 sfidò la dinastia araba che dominava in quel periodo Siracusa, cercando di scacciarla.
Per far questo decise di fortificare l’isola, scegliendo come punto strategico il luogo in cui oggi sorge il castello.
La costruzione attuale risale al XIII sec. ed è opera di Federico II di Svevia. Le fattezze dell’edificio costituiscono tracce evidenti della mentalità architettonica sveva:
riservano una predilezione particolare per le opere solide e dalle forme regolari e proporzionate.

Molteplici sono le riflessioni e i ragionamenti che sono stati fatti circa la natura del castello:
secondo alcune interpretazioni, infatti, la struttura non fu concepita come baluardo difensivo, ma soprattutto come istituto di rappresentanza.
Il primo elemento che condurrebbe verso questa direzione è dato dalla collocazione logistica del castello:
esso sarebbe posto non in un luogo difficilmente accessibile, quale ad esempio un promontorio, ma in mare aperto.
Inoltre non sarebbe posto a difesa della città, ma in una zona decentrata rispetto a questa.
L’edificio ha subito nel tempo grandi rimaneggiamenti che ne hanno modificato la struttura.
Non fu mai in grado di accogliere le strutture difensive classiche, come catapulte e torri, in quanto privo al proprio interno di adeguato spazio;
non era nemmeno presente la zona di deposito per l’approvvigionamento alimentare in caso di assedio, o per il deposito delle munizioni in caso di conflitto.
Inoltre, fu sede di residenza o accoglienza per gli illustri e regali personaggi che giungevano a Siracusa;
grazie a interventi che ne hanno stravolto l’impianto originario, fu anche sede del carcere della città.
Piazza Archimede

L’ Isola di Ortigia a Siracusa ospita, altresì, la Piazza Archimede, dedicata all’illustre inventore e matematico che nacque a Siracusa nel 287 a.C.
La fontana al centro della piazza, però, rappresenta la dea Diana, divinità della caccia, in posizione centrale e in bella mostra.
Ai suoi piedi la bella Aretusa, raffigurata nello slancio di fuga, mentre alle sue spalle Alfeo la insidia.
La leggenda narra di Alfeo, giovane pastore greco a cui gli dei avevano assegnato il ruolo di custode di un fiume. Egli si innamora della ninfa Aretusa.
La bella ninfa, credendo di essere sola, si immerge nelle acque ristoratrici del fiume, ma, accorgendosi di Alfeo, si impaurisce ed esce dall’acqua:
si vede costretta a fuggire, senza vesti, in quanto Alfeo la insegue con le braccia protese.
La povera Aretusa, scalza, corre tutto il giorno fino a notte fonda. Poi, esausta, cerca la protezione di Artemide (Diana).
La dea accoglie le sue preghiere e la avvolge nella nebbia nascondendola ad Alfeo.
Aretusa, non vista ma vedendosi accerchiata, comincia a sudare e, poco a poco, forma una piccola pozza, una sorgente.
Attraverso una fessura aperta nel suolo da Diana, Aretusa passa per angusti cunicoli e giunge dalla Grecia all’isola di Ortigia a Siracusa, sgorgando come fonte d’acqua.
Ma Alfeo mosso da un sentimento puro, si dispera, prega e implora gli dei dell’Olimpo.
Le divinità, spinte dalla pietà di un amore che in terra è stato crudele, decidono di trasformare Alfeo in fiume e di consentirgli di raggiungere Ortigia e di riconciliarsi con lei nella fonte Aretusa.
Fonte Aretusa
Sempre all’interno dell’ isola di Ortigia a Siracusa, nei pressi di piazza Archimede, troviamo la Fonte Aretusa.
Ebbe un ruolo primario nella determinazione del luogo in cui doveva sorgere il nuovo insediamento urbano.
Soltanto a seguito degli interventi di ristrutturazione del 1847, assunse la forma attuale: al suo interno, sorgente di acqua dolce, un ambiente pieno di papiri, pesci e anatre.
La particolarità è la collocazione a ridosso del mare dal quale è separato da una cinta muraria.


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