Il Barocco di Noto non è soltanto presente nelle chiese e nei monumenti della città.

Si presenta connaturato all’intero tessuto urbanistico:

balconi, fontane e palazzi hanno costituito il pretesto per lo sviluppo di forme di espressione artistica.

Il Barocco di Noto

Fra i più importanti palazzi della città è fatto obbligo ricordare:

Il Barocco di Noto

Il Palazzo Ducezio

Palazzo Ducezio è il centro della vita amministrativa e sede del Comune di Noto.

E’ dedicato al grande combattente e fondatore della città che, nel V sec. a.C. capeggiò la resistenza delle popolazioni sicule.

Egli respinse gli attacchi nemici e le mire espansionistiche dei Greci.

Palazzo Ducezio fu costruito nell’area “Maioris Ecclesia” (piazza delle Chiesa Madre), nel cuore del barocco di Noto.

E’ un edificio costruito nel 1748, su progetto dell’architetto netino don Vincenzo Sinatra.

Per la fase ideativa ci si ispirò al modello francese.

La parte inferiore, unica esistente fino alla metà del secolo scorso, è la più estesa.

Presenta un elegante loggiato formato da undici arcate, tre delle quali formano, nella parte centrale, un semicerchio.

Anche una rampa di scale segue le arcate sino a formare anch’essa un semicerchio;

la parte superiore, invece, venne realizzata su progetto dell’architetto Francesco La Grassa.

Fu costruita fra il 1950 e il 1951 per rispondere ad esigenze di carattere logistico:

furono infatti collocati, nel secondo piano, nuovi uffici oltre alla Sala Consiliare.

Le arcate sono abbellite e delimitate da colonne con capitello.

Nel sovrastante piano il terrazzo è protetto da una balconata in stile veneziano.

Palazzo Ducezio sorge nella stessa piazza di fronte alla Cattedrale: lo spettacolo scenografico è assicurato.

Interno del palazzo

Di rilievo la Sala di Rappresentanza, conosciuta anche come Sala degli Specchi:

la pianta è ovale perché in origine era un locale adibito alle rappresentazioni teatrali;

poi, prima della costruzione del piano superiore, utilizzato come sala consiliare;

mentre in epoca fascista venne trasformato in sala di ricevimento personalità illustri in visita in città.

Il soffitto di questa stanza accoglie un prezioso affresco di Antonio Mazza, della fine del XVIII secolo.

L’affresco ritrae Ducezio che mostra ai suoi sottoposti il luogo in cui dovrà essere costruita la città.

(“Ducezio, re dei Siculi, fonda l’antica Neas”).

Il Palazzo Landolina di Sant’Alfano

La cattedrale è fiancheggiata da magnifici palazzi risalenti al XVIII-XIX secolo, che rendono la piazza unica.

Il Palazzo Landolina di San’Alfano fu costruito all’inizio del XVIII secolo in stile classico.

Lo stile fu arricchito anche con importanti elementi del barocco di Noto.

Fu fatto costruire dai marchesi Sant’Alfano, nobile famiglia di stirpe normanna.

Presenta uno stile architettonico sobrio e classicheggiante, con delle forme ben squadrate e proporzionate.

Il Barocco di Noto

All’ingresso due sfingi accolgono l’ospite e lo introducono alla celebrativa scala che conduce agli sfarzosi piani superiori del palazzo.

Queste stanze ospitarono, nella prima metà del XIX secolo, il re Ferdinando II di Borbone e la regina Maria Teresa.

Attualmente la Diocesi di Noto ha sposato l’intenzione di rendere tale palazzo la sede principale del Museo Diocesano di Arte Sacra.

Il Palazzo Vescovile

Il Palazzo Vescovile, invece, risale al 1800 ed è posizionato fra la cattedrale di San Nicolò e la chiesa del SS. Salvatore.

Presenta uno stile semplice che serve anche a dare risalto alle sofisticate opere architettoniche adiacenti.

Il palazzo è uno dei più moderni edifici della piazza, molto semplice, e altrettanto elegante:

presenta nella parte centrale della copertura una trabeazione che sovrasta i tre balconi posti sopra l’ingresso centrale.

Il piano superiore, di colore bianco, viene spezzato dalle decorazioni dorate che richiamano il tema dominante della piazza.

Fu costruita utilizzando il particolare tipo di roccia netina, di color miele, che assume maggiore lucentezza a contatto con i raggi del sole.

La chiesa del SS. Salvatore

Appartiene al gusto decisamente classico del settecento con le sue forme semplici ed elementari.

Genera comunque nell’osservatore un sentimento di imponenza e autorevolezza.

La chiesa presenta solo due apertura entrambe nella parte centrale:

una grande finestra attinge la luce dal piano superiore.

L’unico portale è delimitato da colonne ed è accompagnato da due nicchie poste lungo i lati.

L’interno è a navata unica e si caratterizza per la presenza di pregevoli dipinti come la Pentecoste del pittore netino Mazza.

Proseguendo lungo corso Vittorio Emanuele, si arriva in via Nicolaci:

una stradina in salita che conduce alla Chiesa di Montevergini, progettata dall’architetto Vincenzo Sinatra.

Essa sbarra la vista e richiama lo sguardo alle due torri campanarie poste ai lati della navata centrale.

La Via Nicolaci, nella terza domenica di maggio, ospita è la sede di un grande evento e si trasforma in un manto di fiori.

I fiori, predisposti in attenta sequenza, ripropongono motivi religiosi e artistici, costituendo meta di visitatori e turisti.

Infiorata di NotoIl Palazzo Nicolaci

Proseguendo la salita, sulla sinistra, l’attenzione è rapita dal Palazzo Nicolaci di Villadorata:

degli inizi del XVIII secolo, è una delle strutture abitative più grandi e importanti della città.

E’ anch’esso frutto dell’ingegno artistico del Sinatra che si ispirò al modello francese.

Lo stile fu integrato, però, dall’inconfondibile stile del barocco di Noto.

Non solo le sue dimensioni sono degne di nota (si ricordino le sue, circa, novanta stanze), ma soprattutto il suo pregio artistico.

Il barocco di Noto permea tutti gli edifici della città.

I balconi, ad esempio, trasudano meraviglia, essendo costituiti da mensole che sembrano animate:

figure di sirene, di leoni, cavalli, figure antropomorfe e maschere denotano lo sfarzo e il ceto di una grande famiglia nobiliare.

L’ingresso è costituito da un classico portone, adornato da semplici colonne.

Ogni finestra sostiene una piccola trabeazione.

All’interno un grande ambiente aperto e adornato dal verde e da alberi costituisce una piccola oasi.

Su questa si aprono tutti gli ambienti interni ai quali si accede attraverso una cerimoniosa scala.

Fra i molteplici e interessanti saloni, ricordiamo i tre saloni verde, giallo e rosso.

Degno di nota è l’ultimo, il Salone delle Feste nel cui soffitto è presente un suggestivo affresco:

rappresenta il dio Apollo sul suo carro alato, che accompagna il sole da est a ovest.

Nella mitologia greca è l’ambasciatore del Sole e il depositario della luce interiore dell’uomo: la coscienza.