Chiesa della Martorana

La chiesa della Martorana è conosciuta anche con il nome di Santa Maria dell’Ammiraglio.

Sorge di fianco alla chiesa di San Cataldo nella piazza Bellini di Palermo ed è uno dei monumenti sacri più importanti e rinomati della città.

L’edificio, costruito in periodo normanno, risale precisamente al 1143:

L’opera, infatti, fu realizzata da Giorgio d’Antiochia, ammiraglio di Ruggero II e dedicato alla Vergine Maria (da qui il nome).

La denominazione di Martorana deriva, invece, dal nome del convento al quale la chiesa fu donata nel 1433 dal sovrano Alfonso d’Aragona:

il convento fu fondato da Eloisa Martorana e dal marito Goffredo nel 1194.

La torre campanaria, a vase quadrata, svetta in lontananza, adagiata alla chiesa e posta di fronte al presbiterio della chiesa di San Cataldo.

La chiesa della Martorana risale al XIII secolo e presenta un insieme di elementi che la avvicinano allo stile gotico, con importanti influenze arabe:

la base della torre costituisce l’ingresso alla chiesa e presenta delle aperture sovrastate da archi a sesto acuto sorrette da colonnine.

Ai tre livelli superiori ripropone le medesime arcate che accolgono al loro interno, però, eleganti finestre bifore.

La sua facciata è sobria, con un solo portale accompagnato da colonne in stile ionico nel primo ordine;

mentre quello superiore ospita tre finestroni squadrati sovrastati da timpani;

la facciata sembra rimasta incompleta, in quanto mancante del terzo ordine il quale generalmente presenta la forma a cuspide, a indicare la tendenza della chiesa a spingersi verso l’alto e verso Dio.

Prospetto laterale della chiesa della martorana o chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio

Interno della chiesa della Martorana

Per quanto concerne l’interno, bisogna ricordare i molteplici stravolgimenti architettonici che la chiesa ha subito nel corso dei secoli:

quello principale ha visto il passaggio dalla pianta a croce greca a quella a croce latina, con l’aggiunta delle navate laterali (1588);

l’originaria abside semicircolare venne sostituita nel XVII secolo con una di forma quadrata, opera di Paolo Amato;

mentre l’intera struttura subì gli influssi del periodo barocco del XIX secolo.

Il contrasto con l’esterno è molto forte:

all’apparente semplicità della facciata si contrappone lo sfarzo e lo scintillio interno delle arcate e del soffitto:

questi ultimi interamente rivestiti da splendidi mosaici di scuola arabo-normanna.

Questo tema decorativo è formato da tasselli d’oro, risalenti al 1150 circa, che si estendono, soprattutto, lungo la parte superiore della chiesa:

le arcate, la cupola, le absidi e le pareti laterali rappresentano, in questo modo, personaggi illustri ed episodi tratti dalla Bibbia.

Troviamo l’Incoronazione di Ruggero II consacrata da Cristo e l’immagine del Cristo Pantocratore.

Tutto intorno sono presenti quattro figure che rappresentano gli arcangeli, oltre i patriarchi, gli evangelisti e tutti gli apostoli.

All’interno della chiesa sono, poi, presenti elementi marcatamente atipici:

come una incisione in arabo lungo tutta la parte emisferica della cupola recante un significato cristiano.

Ancora, i mosaici che raffigurano l’Ammiraglio Giorgio Antiocheno ai piedi di Maria, che rappresenta la benedizione ricevuta dalla Vergine Maria.

Interventi barocchi sono stati effettuati tra il 1870 e il 1873 da Giuseppe Patricolo:

l’interno della chiesa è stata svecchiata tramite la rimozione dei rivestimenti marmorei delle pareti risalenti al Settecento.

Particolare della navata centrale all'interno della chiesa della Martorana a Palermo
Particolare dell'interno della cupola della chiesa della Martorana a Palermo raffigurante il Cristo su mosaico d'oro

Frutta Martorana

Infine segnaliamo una curiosità legata alla chiesa: questa ha dato il nome a dei dolci tipici del palermitano: la frutta martorana.

Realizzati per la prima volta nel XIX secolo dalle suore del convento della Martorana:

Le suore utilizzarono preparati a base di marzapane e gli conferirono la forma di frutti.