Monumenti Importanti di Agrigento

E’ possibile cliccare sulle foto seguenti che rappresentano i monumenti più importanti di Agrigento, chiamata in dialetto siciliano “Girgenti”.

La Valle dei Templi, con in primo piano, il Tempio della Concordia rientra fra i monumenti importanti di Agrigento.
Valle dei Templi
Particolare del Tempio di Giunone ad Agrigento
Tempio di Giunone
Fra i monumenti importanti di Agrigento rientra il tempio della Concordia
Tempio della Concordia
Particolare dei resti del Tempio di Castore e Polluce ad Agrigento
Tempio di Castore e Polluce
Particolare del Tempio di Ercole ad Agrigento su cielo scuro
Tempio di Ercole
Telamone posto nel parco della Valle dei Templi di Agrigento
Resti del Tempio di Giove

Monumenti importanti di Agrigento: la città

La città di Agrigento è collocata sulla sommità di due colline a circa m 300-350 sul livello del mare.

E’ delimitata a sud da un terzo colle, la Collina dei Templi, così da formare un’ampia valle centrale quasi pianeggiante: la Valle dei Templi.

All’interno si sviluppa il centro abitato. Tale scelta fu dettata soprattutto da esigenze di carattere militare:

permettere lo sviluppo urbano all’interno di un territorio le cui caratteristiche morfologiche permettessero una naturale difesa dagli attacchi delle popolazioni nemiche.

La Polis.

A seguito di un probabile insediamento da parte dei Siculi, la polis di Agrigento, dal greco Akragas, fu fondata nel 581 a.C..

Prese il nome del fiume che attraversa i luoghi (l’odierno San Biagio).

La sua nascita costituisce uno degli ultimi atti dell’espansionismo greco (verso ovest) in Sicilia, cominciato nell’VIII sec. a.C. a Naxos da popolazioni di stirpe eubea.

Fondamentale per la nascita di Akragas fu il contributo dei “geloi” (abitanti della polis di Gela), che circa un secolo dopo la fondazione della propria città, decisero di insediarsi nell’agrigentino.

La ragione che spinse questi ultimi a fondare l’attuale Agrigento, espandendo il controllo del territorio verso la parte occidentale dell’isola, fu di marca squisitamente strategico-militare:

creare una città satellite che si frapponesse alla sempre più potente Selinunte (a ovest dell’isola) per ostacolarne l’espansione, salvaguardando al contempo la polis gelese;

per questo la città fu costruita lungo l’akragas, all’interno di altri due fiumi, Himeras e Halykos a pochi chilometri dal mare.

Esistono, però, anche ragioni di carattere economico:

nonostante l’area non fosse frequentata in misura massiccia da commercianti greci, così come accadeva nell’estremo est della Sicilia, fu un importante fulcro commerciale.

La Provincia Romana.

Agrigento diviene pertanto florida e potente, al punto da confrontarsi, anche se con alterne vicende, con grandi imperi: Cartagine e Siracusa fino alla comparsa dei Romani.

Con lo scoppio delle guerre Puniche e l’affermazione dell’Impero Romano, l’antica Akragas diventa civitas decumana: è così obbligata a corrispondere a Roma la decima parte del suo raccolto.

In tale periodo acquisisce la denominazione in uso presso i latini: Agrigentum.

Dopo secoli di dominio romano, subisce varie incursioni di popolazioni nordiche (Vandali di Genserico, Goti di Teodorico).

Successivamente gli Arabi, nel 827, ripristinano in breve tempo gli antichi splendori.

In questo contesto assunse la denominazione di Kerkent. Dopo l’XI secolo, sotto i Normanni, si chiamerà invece Gergent.

Da qui, e fino al 1927, il nome della città sarà ufficialmente Girgenti (il dialetto siciliano mantiene tutt’oggi tale denominazione).

A partire dal 1927, su ordine di Mussolini, riprende il nome romano e assume l’attuale denominazione di Agrigento.

La Valle dei Templi è un’area archeologica della Sicilia, sita ad Agrigento, inserita all’interno della lista dei beni del Patrimonio Mondiale dell’Umanità redatta dall’Unesco.

Il parco archeologico della Valle dei Templi è il più grande al mondo e rappresenta una meta molto ambita da turisti e viaggiatori.

Molte sono le opere monumentali che hanno resistito alle offese del tempo e si sono conservate in ottimo stato fino ai giorni nostri: templi in stile dorico, santuari, necropoli, Agorà e reperti appartenenti a diversi periodi storici.

Al riguardo è opportuno menzionare il Tempio di Giunone, o tempio di Hera Lacinia, costruito nel V secolo a.C., dedicato probabilmente ai riti relativi ai matrimoni;

il Tempio di Eracle, o tempio di Ercole, oggi restano in piedi otto colonne.

Se vuoi scoprire quali sono i monumenti importanti di Agrigento non puoi tralasciare Il Tempio della Concordia, costruito nel V secolo a.C. su un alto promontorio.

Alla sua centralità fa da cornice un paesaggio mozzafiato costituito dalle circostanti colline di creta.

Tutto degrada verso il mare in un contesto in cui è ancora possibile osservare il solco lasciato dal fiume Akragas.

Il tempio della Concordia ad Agrigento sembra non aver subito quasi per niente gli effetti deleteri del tempo.

Esso, ai giorni nostri, rappresenta uno dei templi meglio conservatisi non solo dell’agrigentino ma di tutta l’antichità.

La sua bellezza sopravvive nonostante l’utilizzo, durante la fase realizzativa, di materiali friabili.

A differenza degli altri templi, le fonti non ci tramandano a quale divinità fosse dedicato.

L’antico tempio di Ercole ad Agrigento è il primo, nella valle dei templi, ad essere stato costruito:

la sua nascita si può collocare intorno alla fine del VI sec a.C., si pensa su impulso del tiranno Terone.

Oltre che dalle fonti, il suo primato storico-temporale si può dedurre anche da alcuni elementi stilistici che lo differenziano dagli altri:

in primis la pianta della struttura, il cui lato lungo supera notevolmente la proporzione con la larghezza dell’edificio (forma allungata di 74 x 28 m).

Infatti, originariamente, il tempio contava nel complesso 38 colonne:

quindici lungo i lati maggiori e sei lungo i lati corti (comprese le colonne d’angolo).

Il tempio era “periptero esastilo”, cioè aveva sei colonne nella facciata di ingresso.

Ulteriore elemento di differenziazione è poi costituito dal modo in cui il colonnato è composto:

formato da blocchi di colonne piene, alte e di notevole ampiezza, che conferivano una maggiore eleganza.

Il tempio di Giunone ad Agrigento, costruito dal 460 al 440 a.C., si trova nella parte più alta della collina.

Da lì è possibile osservare la Valle dei Templi in tutto il suo splendore:

i templi, incolonnati, degradano dolcemente verso il mare.

Il tempio di Giunone ad Agrigento fu dedicato alla dea che  la tradizione greca conosce con il nome di Hera.

L’attuale denominazione del tempio, però, è quella di Hera Lacinia e deriva da una errata formulazione delle fonti.

Si è fatta confusione con il tempio dedicato alla stessa dea ma sul monte Lacinio nei pressi di Crotone.

La funzione principale del tempio era di carattere celebrativo:

essendo la dea protettrice della fecondità e della procreazione, le cerimonie più frequenti erano le unioni matrimoniali.

L’emblema della città di Agrigento è rappresentato sicuramente dal  tempio di Castore e Polluce ad Agrigento.

Del V sec. a.C., è dedicato a Càstore e Pòlluce, due degli Argonauti.

Conosciuti anche con il nome di Diòscuri, parteciparono alla ricerca del Vello d’oro.

Il termine Diòscuri significa letteralmente “figli di Zeus”.

Si riferisce ai due fratelli gemelli nati dall’unione fra il re dell’Olimpo e Leda, moglie del re di Sparta Tindaro.

Secondo la mitologia, Zeus, invaghitosi di Leda, si trasformò in cigno e la sedusse:

dalla loro unione ella partorì due uova dalle quali nacquero, da un parte Pòlluce ed Elena (futura causa della guerra di Troia);

Dall’altra Càstore e Clitennestra. Questi ultimi, però, nacquero a seguito della successiva unione di Leda con il proprio marito Tindaro.

Così solo Pòlluce, a differenza del fratello, divenne immortale.

Sotto il regno del tiranno Terone (488-471 a.C) si diede inizio alla costruzione del tempio di Giove ad Agrigento.

Fu dedicato a Zeus Olimpio (Giove per le popolazioni di stirpe latina):

venne eretto per ringraziare la divinità che ha propiziato la vittoria contro i Cartaginesi ad Himera (480 a.C.).

Per la realizzazione fu utilizzata la forza lavoro dei prigionieri cartaginesi.

La struttura sacra dedicata a Giove doveva rappresentare una delle più grandi costruzioni sacre mai costruite:

inferiore solo all’Artemision di Efeso e al Didimeo di Mileto: alto 113 metri e largo 56 metri.

Era abbellito dai Telamoni o Atlanti (alte 7,61 m.), enormi statue con sembianze umane.